Hoshin Kanri

Significato Hoshin Kanri: Cos’è e come applicarlo efficacemente

22 Aprile 2025 Strumenti e Metodologie

In molte aziende, la strategia resta chiusa nei cassetti della direzione. Viene proclamata con entusiasmo durante le riunioni di fine anno, stampata su poster motivazionali o citata nei discorsi dei manager… ma poi?

Poi si spegne!

Nei reparti operativi nessuno sa davvero cosa sta accadendo. Le persone lavorano sodo, certo, ma spesso senza sapere “perché”.

È come se ci fosse un firewall tra chi decide e chi esegue. Ed è qui che entra in gioco Hoshin Kanri: una bussola che permette ad ogni parte dell’organizzazione di orientarsi nella stessa direzione, con lo stesso passo.

 

Hoshin Kanri: significato e origini di un metodo potente

Hoshin Kanri è una di quelle parole giapponesi che a prima vista sembrano complicate, ma che in realtà racchiudono un’idea semplice e potente.

“Hoshin” significa direzione o bussola. “Kanri” vuol dire gestione.

Insieme, danno vita a un approccio manageriale che punta tutto sull’allineamento tra strategia e operatività. Non è un metodo calato dall’alto, né una serie di slide da sfogliare in PowerPoint.

È un modo di lavorare e pensare che mette in comunicazione tutte le parti dell’azienda.

Non si tratta di far eseguire ordini, ma di condividere scelte, obiettivi, intenzioni. È qui che il metodo si differenzia: nel coinvolgimento.

 

Hoshin Kanri come guida per evitare il caos organizzativo

Una delle sfide più grandi per qualsiasi impresa è quella di far camminare tutti nella stessa direzione. In apparenza sembra semplice: basta definire degli obiettivi e comunicarli. Ma tra il dire e il fare ci sono reparti, persone, livelli gerarchici, priorità contrastanti, imprevisti.

Hoshin Kanri è un sistema che punta all’allineamento autentico. Non è solo una questione di comunicazione, ma di coesione. Significa rendere ogni individuo consapevole del suo ruolo all’interno di una visione più ampia. Significa che anche chi si occupa di compiti quotidiani può comprendere in che modo sta contribuendo a un obiettivo più grande.

 

I sette passi dell’Hoshin Kanri

Il processo dell’Hoshin Kanri si articola in 7 momenti fondamentali, ma non preoccuparti: non è una checklist da rispettare in modo rigido. È un percorso fluido che si adatta alla tua realtà.

Si parte dalla definizione della visione a lungo termine: dove vogliamo arrivare fra 3 o 5 anni? Da qui si identificano gli obiettivi strategici che possono davvero fare la differenza, i cosiddetti “breakthrough objectives“. Quegli obiettivi che se raggiunti, trasformano davvero l’organizzazione.

Una volta tracciata la rotta, si entra nel vivo della pianificazione annuale. Cosa possiamo fare quest’anno, concretamente, per avvicinarci alla visione? E soprattutto: chi fa cosa? Con quali mezzi, tempi e responsabilità?

La bellezza dell’Hoshin Kanri sta proprio nel modo in cui ogni piano viene discusso e raffinato attraverso il confronto tra chi decide e chi agisce.

 

 

Hoshin Kanri

 

 

Hoshin Kanri e il Catchball

Immagina un dirigente che lancia una proposta e un responsabile di reparto che la prende, ci riflette, la rielabora e la rilancia. Questo è il “catchball”, il passaggio di idee da un livello all’altro. Un po’ come giocare a palla, ma con strategie e piani.

Questo dialogo è tutto tranne che simbolico. Serve a garantire che ciò che viene deciso sia anche realistico, sostenibile, condiviso. È un modo per dire: “questa è la mia idea, ma voglio sapere cosa ne pensi tu che dovrai realizzarla”.

Non si tratta quindi di un’illusione partecipativa, ma di una pratica concreta. E quando il dialogo funziona, la fiducia cresce e la qualità delle decisioni migliora.

 

Hoshin Kanri a confronto con OKR e Balanced Scorecard

A questo punto potresti chiederti: ma in fondo, non è la stessa cosa degli OKR? O della Balanced Scorecard? In parte sì, in parte no.

Gli OKR (Objectives and Key Results) sono ottimi per aziende snelle, dinamiche, che lavorano in ambienti agili. Ma spesso mancano di profondità nel coinvolgimento strutturale. La Balanced Scorecard, invece, è utile per misurare le performance, ma tende a concentrarsi sui numeri più che sulle persone.

Hoshin Kanri, al contrario, nasce proprio con l’obiettivo di costruire ponti tra strategia e azione. E di farlo valorizzando il contributo di tutti.

 

Gli errori più comuni nell’uso dell’Hoshin Kanri

Uno degli errori più comuni è partire con entusiasmo… e poi lasciare tutto a metà. Oppure scrivere obiettivi vaghi come “migliorare la produttività” senza spiegare come o entro quando.

Anche saltare il confronto tra i livelli è un classico scivolone: il rischio è che nessuno sappia davvero cosa fare, o peggio, lo interpreti a modo proprio.

La verità? Hoshin Kanri richiede costanza. Ma soprattutto richiede sincerità: ammettere che da soli non si arriva lontano e che la partecipazione non è una perdita di tempo, ma un investimento.

Chi dice che serve un ERP da milioni per applicare l’Hoshin Kanri, probabilmente vuole venderti qualcosa. Nella realtà, puoi iniziare in modo semplice. Una lavagna, una matrice ben strutturata, un foglio condiviso. Anche strumenti digitali come Trello o Notion possono aiutare a visualizzare chi fa cosa e quando.

La cosa più importante non è lo strumento, ma la chiarezza. E il coraggio di tenere aggiornato tutto nel tempo, anche quando sembra una fatica.

 

Hoshin Kanri in azione: il caso di Bridgestone

Un esempio concreto e ben documentato di applicazione dell’Hoshin Kanri è quello di Bridgestone, il colosso giapponese della produzione di pneumatici.

Negli anni 2000, l’azienda si trovava ad affrontare una sfida complessa: integrare le sue operazioni globali mantenendo al contempo una direzione strategica coerente in tutte le sedi, sparse in diversi continenti.

Attraverso l’introduzione dell’Hoshin Kanri, Bridgestone ha potuto allineare gli obiettivi a lungo termine, come l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale, con le attività quotidiane di produzione e distribuzione.

Il processo di catchball è stato fondamentale per coinvolgere i team di ogni stabilimento, raccogliendo input dal basso e adattando gli obiettivi alle specificità locali senza perdere il focus globale.

I risultati non si sono fatti attendere: tempi di reazione alle richieste di mercato migliorati, coerenza strategica rafforzata e una cultura organizzativa molto più collaborativa.

L’approccio strutturato dell’Hoshin Kanri ha aiutato Bridgestone a trasformarsi in un’organizzazione capace di apprendere velocemente e muoversi con coerenza in un mercato sempre più competitivo.

 

Hoshin Kanri come cultura del cambiamento continuo

Hoshin Kanri non è solo uno strumento di pianificazione. È un esercizio collettivo di consapevolezza. Ogni revisione, ogni obiettivo discusso, ogni piano aggiornato è un tassello di una cultura che apprende e si adatta.

In un mondo che cambia alla velocità della luce, saper correggere la rotta è più importante che seguire una mappa perfetta. E un’azienda che cambia insieme, cresce insieme.

Alla fine dei conti, Hoshin Kanri è più di un metodo. È un invito. A parlare di più, a decidere insieme, a guardare lontano ma con i piedi ben piantati nel presente.

Non serve essere un colosso per adottarlo. Serve solo voler smettere di navigare a vista. Perché la strategia non è un documento. È una direzione. E quando tutti la conoscono, allora sì che si può davvero partire.

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